Il 4 febbraio 2022 la Corte penale del Tribunale penale federale ha emanato la sua sentenza contro un ex gestore patrimoniale esterno, un suo ex dipendente a sua volta titolare di una società ed un altro soggetto.
Il Ministero pubblico della Confederazione contestava ai tre imputati diversi reati, in specie contro A. e B. ripetuta amministrazione infedele qualificata, ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti e contro C. ripetuta falsità in documenti. I fatti contestati si situano a partire dal 2006 fino al 2014.
A. era accusato di avere nella sua qualità di gestore patrimoniale esterno, sotto la ragione sociale D., al fine di procacciare a sé e/o alla sua società un indebito profitto di svariate migliaia di franchi, commesso diversi atti di amministrazione infedele in danno di suoi clienti, titolari di relazioni bancarie presso la banca E., nonché della società D. A. era accusato di avere effettuato degli investimenti contrari al mandato conferitogli dai clienti e sottaciuto a questi ultimi l’incasso di ingenti retrocessioni.
B. era accusato di avere in qualità di titolare della società F., abusato del proprio potere di rappresentanza, nell’ambito di investimenti effettuati per conto di clienti degli istituti bancari G. e H., al fine di incassare delle ingenti retrocessioni.
A. e B. erano inoltre accusati di avere, al fine di procacciare a sé o ad altri un indebito profitto, ingannato con astuzia i funzionari della banca E., inducendoli ad eseguire ordini indebiti di bonifico dai conti di alcuni clienti per importanti somme di denaro.
A., B. e C. erano infine accusati di avere commesso molteplici falsi documentali.
I dibattimenti si sono tenuti a Bellinzona dal 12 gennaio al 21 gennaio 2022. Gli imputati A. e B. sono comparsi in aula. L’imputato C. è stato giudicato in contumacia non essendo comparso al dibattimento.
Il Tribunale penale federale dopo apprezzamento di tutte le prove e degli indizi agli atti nonché delle risultanze dibattimentali è giunto ad un verdetto di condanna per la maggior parte dei capi d’imputazione. A. è stato riconosciuto colpevole di ripetuta amministrazione infedele qualificata, ripetuta truffa, ripetuta falsità in documenti. Egli è stato condannato a una pena privativa della libertà di 3 anni. L’esecuzione della pena detentiva è stata sospesa parzialmente. La parte da eseguire è stata quantificata in 12 mesi e la rimanenza sospesa per un periodo di prova di 2 anni. Un giudizio di condanna è stato pronunciato anche per B., per tutti i reati che gli venivano rimproverati. La Corte lo ha condannato a una pena detentiva di 18 mesi, interamente sospesa ed a una pecuniaria sospesa di 180 aliquote giornaliere di fr. 30.00, con lo stesso periodo di prova di 2 anni. C. è pure stato condannato per i falsi documentali a una pena pecuniaria di 240 aliquote giornaliere di fr. 30.00, sospesa per un periodo di prova di 2 anni.
Il fatto che i reati siano stati commessi molto tempo fa e la durata molto lunga della procedura hanno condotto a una sensibile riduzione della pena.
Si rammenta infine che l’inchiesta condotta dalla Procura federale era iniziata nel febbraio del 2012 a seguito di una comunicazione spontanea pervenuta attraverso la Direzione nazionale antimafia di Roma. A carico di A. e di C. il procedimento svizzero aveva pure approfondito possibili loro legami con la criminalità organizzata in Italia, tuttavia, successivamente scartati mediante abbandono del procedimento.
Per il giudizio dettagliato si rinvia al dispositivo.
Allegato: Dispositivo SK.2020.27
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